Prólogo de Silvano Vinceti a Los Mensajes Ocultos de Leonardo Da Vinci (en italiano)
Leonardo un genio che solo il mistero può rappresentare.
Silvano Vinceti
E’ con gioia e con una certa ebbrezza che ho accolto l’invito di uno studioso spagnolo che, pur non avendo mai incontrato fisicamente, ho avuto occasione di apprezzare e stimare grazie ad una fitta corrispondenza via internet. Anche grazie al linguaggio scritto si possono cogliere tratti importanti dell’interiorità di una persona, la sua passione, la sua preparazione, il suo slancio creativo e la sete di conoscenza. Tali aspetti dell’interiorità di Espejo riverberano nei suoi scritti con la stessa nitidezza e freschezza delle corporee manifestazioni delle emozioni che Leonardo ha saputo magistralmente tradurre pittoricamente nell’ultima cena nelle diverse espressioni dei visi degli Apostoli all’annuncio di Gesù – questa sera uno di voi mi tradirà-. Migliaia di libri sono stati scritti su Leonardo, in ognuno di essi si è cercato di evidenziare alcuni aspetti della sua personalità, delle sue opere e dei suoi pensieri. In ognuno di queste fatiche spirituali gli autori hanno tentato di cogliere, tratteggiare, porre sotto la luce della verità o, di un’interpretazione fondata, quegli elementi ritenuti più significativi o essenziali per comprendere il suo genio. Pur se molte di queste opere vanno apprezzate e lodate per il loro sforzo l’errore più grande, l’ingenuità più cocente in cui si potrebbe incappare quando si affronta un genio come il Vinciano,è di credere o cercare di convincere il lettore che – quanto sia scritto corrisponda al vero, autentico e oggettivo Leonardo. L’autore della Gioconda sfugge ad ogni classificazione, è al di là di ogni tentativo di una interpretazione esaustiva e assoluta, veleggia in cieli e mari dello spirito che hanno il profumo e il sapore dell’indeterminabile, dell’inafferrabile. Leonardo è un genio che solo il mistero può rappresentare. Partendo da questa consapevolezza, anche da me vissuta, con una creativa e feconda inquietudine, durante la composizione del mio libro – il segreto della Gioconda-, l’opera realizzata da Espejo si presenta come un affresco dove s’intreccia sapientemente, ricerca storiografica, formulazione di ipotesi verosimili, sforzo di creativa immedesimazione con il contesto storico-culturale, filosofico-religioso, estetico-artistico che avvolge e caratterizza l’ambiente dove visse e operò il Vinciano. Espejo con l’ausilio di una analitica e dettagliata ricerca storica, filologica e documentaria, grazie ad una sapiente catena di deduzioni e logiche analogie, cerca di sostenere varie tesi, fra cui quella di due viaggi compiuti da Leonardo in Catalogna. Volendo fare la parte di un aspro e rigoroso critico e sulla base delle conoscenze a disposizione sulla vita di Leonardo, non mi risulta che lui abbia mai scritto di questi viaggi nella bella e fascinosa terra di Spagna. Se vi è un dato assodato nella storiografia Leonardesca concerne la meticolosità e pignoleria con le quali egli riportava o, nei suoi taccuini o, nei fogli, tutti i suoi spostamenti. In effetti era suo costume vergare su vergine carta, non solo varie questioni legate alla sua vita quotidiana, ma anche i suoi spostamenti, pur senza seguire un rigoroso ordine cronologico. Va però sottolineato ed evidenziato che molti libretti, taccuini e fogli del grande toscano sono irrimediabilmente andati perduti, quindi, un ricercatore serio non può escludere che fra questi possa annoverarsi una serie di note inerenti suoi possibili viaggi in Catalogna. Lo storico sa molto bene che i documenti su cui si basa per articolare e sostanziare una biografia, per formulare le sue supposizioni, sono mancanti di parti, costellati di spazi vuoti e neri i suoi sforzi di luce e pienezza storiografica. Proprio per queste significanti assenze documentarie trovano cittadinanza e legittimità storiografica varie formulazioni ed Espejo articola le sue.
In questo affascinante viaggio di Espejo volto ad una rilettura e ri-interpretazione di alcune losanghe dell’universo culturale di Leonardo, e di originale rilettura del significato, simbolico, ermetico, essoterico e gnostico di alcune sue opere, come l’ultima Cena e la stessa Gioconda, zampillano intuizioni sagaci e riflessioni audaci. Qui non è ne la sede, ne la circostanza per aprire un confronto fra i miei convincimenti sul mondo spirituale di Leonardo e sul significato simbolico di alcune sue opere che differiscono dalle tesi sostenute nel libro di Espejo. In questo mio breve scritto costato con piacere una serie di assonanze e vicinanze fra me ed Espejo che contribuiscono a ridare valore, senso e forza ad aspetti della vita e del pensiero di Leonardo trascurati o minimizzati nelle varie biografie realizzate in questi ultimi decenni. Con una certa cecità, e inquinamenti dovuti da mode scientiste e positiviste, molti grandi storici leonardeschi hanno proposta un’interpretazione unilaterale e deformante di Leonardo stesso. Si è amplificato a dismisura il Leonardo pittore, scienziato, ingegnere civile e militare, l’architetto e il creatore di mirabili macchine e si è trascurato, marginalizzato il Leonardo filosofo, alchimista e astrologo, ma di una fondata alchimia e astrologia. Si sono spenti i riflettori sul Leonardo gnostico, neo-platonico, ermetico,mistico e cabalistico, visionario e, nei suoi ultimi anni, vicino alle profezie apocalittiche di Gioacchino da Fiore e di San Giovanni Evangelista. Si sono compiuti errori storiografici enormi che hanno menomato o, peggio, deformato e reso impossibile una lettura a 360 gradi di questo anarchico genio rinascimentale. Espejo e, modestamente il sottoscritto, hanno saputo riportare all’abbagliante luce del vero questi tratti che sono fondativi di Leonardo, senza dei quali, ogni esercizio ricostruttivo della sua persona e del suo universo culturale diventa un’attività di vuota retorica. Nel libro di Espejo danzano musicalmente e sonoramente alcuni di questi tratti del Vinciano, facendo di quest’opera, una orchestrale intreccio di sinfonici suoni che rendono la lettura coinvolgente e seducente.